Molte specie animali popolano la Riserva, che resta collegata attraverso piccoli corsi d’acqua (veri “corridoi vegetazionali”) alle aree verdi dell’Agri e del Cavone. L’ampia area dei Calanchi lucani permette la sosta e la riproduzione di diverse specie di uccelli, tanto da essere riconosciuta a livello europeo come I.B.A. (Important Birds Area) per la presenza di Nibbi bruni e Nibbio reale, Gheppi e Poiane, Ghiandaia marina, Monachella, Zigolo capinero, Lanario e Averla capirossa, Civette, Barbagianni e Assioli (Brunner et al., 2002), tutte specie ben rappresentate nel territorio della Riserva.
Di grande rilievo è la presenza del Lanario (Falco biarmicus), falcone ad areale molto ampio ma che vede una forma sottospecifica ben differenziata F. b. feldeggii presente nei paesi del Mediterraneo centro-orientale (soprattutto Italia, Grecia e Turchia) e nella regione caucasica. La consistenza numerica stimata in queste aree è di 261 – 472 coppie nidificanti, mentre la popolazione italiana è di 140 – 172 coppie (Andreotti & Leonardi, 2007), dati che testimoniano l’elevata priorità di conservazione della sottospecie nel nostro Paese
Il Lanario predilige ambienti aperti ed aridi, come steppe, praterie o aree ricoperte da rada vegetazione, che costituiscono il suo habitat trofico, e nidifica su pareti, anche non molto alte, purché al riparo dal disturbo antropico (Laterza & Cillo, 2008).
Per garantire la conservazione del Lanario è stato redatto uno specifico Piano d’azione nazionale (Andreotti & Leonardi, 2007), che indica tra le minacce per la specie la perdita degli habitat, legata sia al degrado dei territori di caccia, sia all’alterazione dei siti riproduttivi, il disturbo indotto da attività ricreative presso i siti di nidificazione, il bracconaggio, la diffusione di sostanze inquinanti, nonché la diffusione di linee elettriche e centrali eoliche.
Sono pure esplicitate indicazioni per limitare il disturbo indotto da attività sportive e/o ricreative in corrispondenza dei siti di nidificazione, con la previsione di limitazioni all’esercizio delle attività potenzialmente impattanti nel corso della nidificazione. Nei periodi sensibili può essere sufficiente interdire l’arrampicata, limitare l’accesso alla base e alla sommità della parete di nidificazione. In linea generale il periodo sensibile inizia quando la coppia si insedia nel nido e termina con l’allontanamento dei giovani involati. Nel caso del Lanario la scelta della parete su cui nidificare può avvenire già all’inizio di gennaio, mentre l’abbandono del sito riproduttivo in genere si verifica entro fine giugno.
Per quanto riguarda i mammiferi, oltre ai più comuni Riccio, Volpe, Faina, Donnola, Lepre e varie specie di mustelidi, spicca la rara presenza della Lontra lungo il corso dell’Agri, del Tasso e del Cinghiale nelle parti più boscate ed interne. E’ inoltre presente l’Istrice.
Negli anfratti argillosi è facile trovare la Vipera aspis. Sono inoltre presenti diverse specie di serpenti quali Biscie ed Elephae, noti come serpenti cervone. Il Rospo comune, il Rospo smeraldino e le diverse specie di Rana sono presenti nelle zone ricche di acqua: nei corsi d’acqua, nei ristagni e nelle pozze.